La Cattedrale di Ischia, dedicata all’Assunta, nasce sulla Chiesa del convento agostiniano di Santa Maria della Scala. L’edificio sorto nel XIII secolo, ha subito modificazioni nel Seicento e nel 1740 sotto la direzione dell’ingegnere Antonio Martinetti. Fino al 1809, la chiesa cattedrale era ubicata sul Castello Aragonese. In quell’anno, a seguito del tentativo di riconquista del Regno di Napoli da parte di Ferdinando IV di Borbone, la cattedrale del castello fu bombardata e i canonici dovettero chiedere ospitalità agli Agostiniani per le celebrazioni corali. Nello stesso anno con la soppressione degli ordini religiosi, da parte dei Napoleonidi, la chiesa di Santa Maria della Scala venne ad essere espropriata e i Canonici non potendo rimettere in sesto la vecchia cattedrale, avanzarono supplica al Re perché concedesse loro l’ex chiesa degli Agostiniani per trasformarla in nuova cattedrale. Il 17 gennaio del 1810 con decreto regio la chiesa venne affidata al Capitolo, che intraprese i lavori di abbellimento e restauro per adattare la struttura agostiniana alla sua nuova funzione di chiesa Cattedrale.
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La Cattedrale presenta una pianta a croce latina con tre navate: quella centrale è coperta da volte a botte mentre le due navate laterali sono divise in tre campate caratterizzate da cupolette a lanterna. L'abside è piuttosto profonda e sormontata da un catino ellittico che presenta al centro una vetrata. La facciata esterna è divisa in due ordini: la parte inferiore è scandita da sei paraste con capitelli corinzi, che sorreggono un cornicione aggettante, mentre quella superiore è scandita da lesene. Due volute poggianti sul maestoso cornicione delimitano la parte superiore della facciata. Bella e svettante la cupola. La prima cappella a sinistra è dedicata alle Sante agostiniane Rita da Cascia e Chiara da Montefalco. In questa cappella è sistemato il Monumento funebre di Giovanni Cossa proveniente dall’antica Cattedrale del Castello, i cui resti sono stati utilizzati come fonte battesimale; nello stesso venne immerso il 15 agosto del 1654 Carlo Gaetano Calosirto, divenuto poi San Giovan Giuseppe della Croce. Lo stemma della famiglia Cossa è collocato sulle due colonne anteriori. Giovanni era il governatore delle Isole di Ischia e Procida e padre di Baldassarre, salito al soglio pontificio con il nome di Giovanni XXIII, la cui tomba sita nel Battistero di Firenze venne realizzata direttamente da Donatello.
La vasca di marmo settecentesca è sorretta da tre cariatidi femminili che simboleggiano la Mansuetudine, la Giustizia e la Prudenza. Gli autori seppur ignoti sono riconducibili alla cerchia napoletana di Tino da Camaino autore dei monumenti funerari di Carlo di Calabria e Maria di Valois custoditi nella chiesa di Santa Chiara a Napoli. Tra le opere pittoriche che decorano la Cattedrale spiccano per prestigio le tele settecentesche del pittore puteolano Giacinto Diano (Pozzuoli 1731 - Napoli 1804). Esse sono le seguenti: la pala che domina e sovrasta l’altare maggiore raffigurante l’Assunzione della Vergine, firmata e datata 1759; la tela raffigurante Sant’Agostino che sconfigge l’errore, collocata sulla parete sinistra del transetto, firmata e datata, e San Nicola da Tolentino dipinto collocato sulla parete destra del transetto. Si tratta in tutti e tre i casi di opere giovanili del pittore, che mostrano l'evidente adesione del Diana (o Diano) ai modi di Francesco De Mura.
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